come diventare consulente del lavoroConsulenze sui contratti di lavoro, gestione dei conti in azienda e rappresentanza negli accordi fuori dai tribunali (modalità extragiudiziale) sono alcuni dei compiti del consulente del lavoro.

Il consulente lavora soprattutto in studio da libero professionista, ma alcuni (soprattutto nelle imprese un po’ più grandi) trovano lavoro anche come dipendenti.

Come si diventa consulente del lavoro

Si diventa studiando, studiando, studiando. Il consulente del lavoro ha un diploma in ragioneria, ma non basta. Per entrare nell’albo, dovrà anche conseguire una laurea in un indirizzo a scelta tra questi:

  • Giurisprudenza (5 anni);
  • Economia e Commercio (3+2 anni);
  • Scienze Politiche (3+2 anni).

Una volta completati gli studi, l’aspirante consulente del lavoro deve fare due anni di praticantato, facendo richiesta all’albo dell’ordine. Per il praticantato, si può chiedere agli studi di:

  • Consulenti del lavoro (iscritti da almeno due anni);
  • Ragionieri;
  • Dottori Commercialisti (iscritti all’albo da almeno due anni);
  • Avvocati.

Al termine di questo periodo di formazione, lo studio di riferimento è tenuto a rilasciarti un certificato che ti viene chiesto dall’Ordine stesso quando chiederai di iscriverti all’albo. Oltre a questo documento, dovrai dimostrare di non avere carichi pendenti (questo secondo certificato si chiede in Pretura).

Infine, devi passare l’esame di Stato. Il bando esce ogni due anni. Oltre a verificare i titoli (e ad assegnare i punteggi in base a questi), dovrai affrontare due prove scritte e una orale. Le tre prove riguardano le materie che dovrai sfruttare tutti i giorni come consulente del lavoro, vale a dire: diritto del lavoro, tributario, privato, pubblico, penale e ragioneria.

Come lavora il consulente

Il consulente lavora tenendo sempre ben presenti le leggi in materia di lavoro e di pratiche fiscali. Il consulente deve anche essere abbastanza flessibile, perché deve rispondere velocemente alle richieste delle aziende clienti, ma deve anche saper organizzare il lavoro in proprio.

Il consulente del lavoro può anche lavorare presso studi associati, che gli permettono di portare avanti la sua attività, dividendo però le spese di gestione.

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