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Il dibattito è accesissimo. C’è per chi è un must, per chi invece andrebbe evitata. Parliamo della foto, che in alcuni curriculum (la stragrande maggioranza negli altri paesi) fa bella mostra di se proprio in apertura del dispaccio che dovrà aiutarci ad ottenere il nostro posto di lavoro. Come risolvere il dilemma? Niente paura, c’è uno studio dell’università di Berkley. La risposta? Ve la diciamo tra poco.

Perché la foto

La foto? E perché mai? Non sto mica cercando un lavoro da velina. Ve lo sarete ripetuti tantissime volte, credendo (erroneamente) che l’aspetto fisico conti solo per quei posti di lavoro dove la bellezza è un requisito fondamentale.  Un errore madornale, perché, badate bene, non è così. Certo, per ottenere un posto da ricercatore in una agenzia, o per lavorare alle analisi finanziarie di un istituto bancario non serve essere di bella presenza, ma metterci la faccia, e badate bene, diciamo metterci la faccia, è incredibilmente efficace per dare una buona impressione di se.

Non serve essere dei divi del cinema

E allora? Se mettere la foto è indispensabile, come riporta la ricerca dell’università californiana che abbiamo appena citato, cosa fare se non si è esattamente di bella presenza? Non è quella a contare, ma dare una impressione di ordine, di pulizia, di affabilità attraverso un sorriso sincero e non costruito. E’ incredibile quanto riesca a comunicare una bella foto, che non deve per forza ritrarre un bel divo del cinema. Se non si è belli non c’è verso di cambiare la situazione, a meno di ricorrere ai servizi di un chirurgo estetico. Non è necessario, basta essere se stessi.

Torniamoci: mettere la faccia

Comprereste mai un auto da un uomo incappucciato? Neanche noi. Ed è per lo stesso motivo che dovreste mettere una foto in calce al vostro curriculum. Fatevi vedere, le vostre possibilità di essere assunti non potranno che crescere.

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